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USA: Convention avvolta dall’ombra del razzismo

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Donald Trump, che sarà ufficialmente decretato come candidato del Partito repubblicano nella Convention nazionale a Cleveland, sta basando la sua campagna elettorale sulla “legge e l’ordine” dopo la deflagrazione delle violenze razziali delle ultime settimane. Un tema riemerso dopo la morte di tre poliziotti abbattuti a Baton Rouge, il 17 luglio

WASHINGTON D.C –  “Quanti poliziotti e quanta gente dovrà morire a causa della mancanza di una leadership nel nostro paese? Noi chiediamo la legge e l’ordine”. È con queste parole che il tycoon newyorchese ha reagito ai tragici eventi di Baton Rouge nello Stato della Louisiana, dove Gavin Long, ex militare afroamericano, ha ucciso tre poliziotti.

Sul suo profilo Twitter, il miliardario ha stimato che il “paese è diviso e fuori controllo”.

L’OMBRA DEGLI ANNI SESSANTA

Non è la prima volta che Trump affronta questo argomento, la “legge e l’ordine”, sono parole cariche di storia, soprattutto considerando l’evoluzione degli anni sessanta, in particolar modo nel contesto dell’aumento della criminalità e degli scontri razziali del 1968 sotto la presidenza di Richard Nixon. Il New York Times ha stimato che “Trump fa campagna su questo tema dall’assassinio di cinque poliziotti a Dallas, e dovrebbe accentuare questo messaggio nei giorni a venire”.

L’AMERICA È IMPAZZITA

Durante la convention repubblicana, che si apre oggi, Trump non dovrebbe essere l’unico a porre l’attenzione su questo soggetto. Uno dei principali interventi previsti è proprio quello dell’ex sindaco di New York Rudolph Giuliani, noto per la sua politica di “tolleranza zero” che punisce severamente la minima infrazione. In seguito agli eventi di Dallas, Giuliani ha nel mirino il movimento di diritti civili Black Lives Matter (Le vite dei neri contano, ndr), che lotta proprio contro la violenza razziale nei confronti degli afroamericani. Ha quindi dichiarato che il movimento è di “natura razzista, e ci divide”, e ha affermato: “Tutte le vite contano: le vite dei bianchi, quelle dei neri, tutte le vite”.

“L’America ha bisogno che i suoi dirigenti politici presentino soluzioni pacifiche atte a riunirci di fronte a questa violenza tragica, e non di dichiarazioni che accentuano le divisioni facendo crescere la tensione nel paese”, ha aggiunto.

E OBAMA?

Il primo presidente afroamericano della storia americana, aveva suscitato molte speranze per il delicato argomento del razzismo. Oggi, è bersagliato di critiche da ogni parte. La comunità afroamericana si è chiesta perché sia andato a Dallas e non a Baton Rouge dove un afroamericano è stato ucciso. Altri pensano che sia dalla parte della sua comunità. Dal grande discorso che fece sull’unità del paese otto anni fa durante la sua campagna elettorale, sembra non esserci rimasto nulla. Oggi, sono proprio le sue scelte a far discutere. Il sito del ministero degli esteri delle Bahamas raccomanda ai loro cittadini di fare attenzione alla polizia americana quando si recano in America, puntando il dito contro i poliziotti come fossero terroristi. Una testimonianza inequivocabile di quanta sia tesa la situazione.

(Twitter@ManuManuelg85)

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